Federauto: anche i costruttori invocano la neutralità tecnologica

Una svolta storica nella transizione ecologica

Le recenti dichiarazioni di John Elkann (Stellantis) e Luca De Meo (Renault) rappresentano un passaggio epocale nel dibattito sulla decarbonizzazione dei trasporti.
Per la prima volta, due dei maggiori protagonisti dell’industria automobilistica europea – insieme rappresentano circa il 30% del mercato – hanno apertamente chiesto all’Unione Europea di rivedere le politiche ambientali in nome della “neutralità tecnologica”.
Un messaggio chiaro e inequivocabile, che rompe un fronte finora compatto – seppur segnato da dubbi crescenti – a favore dell’elettrificazione a tutti i costi.
“L’intervista segna un clamoroso cambiamento di rotta nella posizione dei costruttori”, ha commentato Massimo Artusi, Presidente di FEDERAUTO.

Massimo Artusi Federauto © Francesco Vignali Photography

Il peso delle decisioni sbilanciate

Secondo Artusi, questa presa di posizione arriva tardi, ma è comunque cruciale: “Oggi possiamo dire che una parte importante dell’industria europea dell’automotive ha chiesto di modificare le politiche europee”.
Il problema, sottolinea il Presidente, è che le attuali strategie europee finiscono per premiare veicoli elettrici “più complessi, pesanti e costosi”, mettendo in difficoltà la fascia più accessibile del mercato.
Quelle vetture piccole e compatte che rappresentano la vera ossatura della mobilità per milioni di cittadini europei.
FEDERAUTO da anni denuncia l’iniquità di un sistema normativo che rischia di desertificare l’offerta per le famiglie e le imprese, favorendo modelli di consumo elitarî e lontani dalle reali esigenze del mercato.

Il risveglio dell’industria e il futuro dell’auto Il fatto che anche i costruttori inizino a esporsi pubblicamente è un segnale che non può essere ignorato.
Per Artusi, questo “risveglio” ha un valore politico e culturale: “Poco importa che si tratti di concetti che FEDERAUTO ha sostenuto con fermezza in tutti questi anni, quel che conta è che anche i costruttori hanno cominciato ad accorgersi che il re è nudo”.
Ora la palla torna a Bruxelles, dove sarà difficile ignorare la voce di chi produce e vende auto ogni giorno.
La richiesta di una transizione più equilibrata, aperta a soluzioni tecnologiche diverse (come l’ibrido, i carburanti sintetici o il biometano), diventa sempre più forte. La vera sfida, oggi, è costruire una mobilità sostenibile e accessibile