Crescono i punti di ricarica ma bisogna ridurre il costo di ricarica anche con contributi statali…

Un’infrastruttura che cresce con ritmo costante
Al 31 marzo 2025, in Italia risultano 65.992 punti di ricarica pubblici per auto elettriche, con un incremento di 11.828 unità rispetto all’anno precedente. I dati, forniti da Motus-E, fotografano un sistema in forte espansione, con una diffusione che inizia a coprire in modo significativo il territorio nazionale.
Lombardia, Lazio e Piemonte guidano la classifica delle regioni più elettrificate, con Roma e Milano in testa tra le province. Il ritmo è buono, ma le sfide sono tutt’altro che finite.
Autostrade: il nodo dei rifornimenti veloci
Un passo importante per la transizione ecologica è rappresentato dall’arrivo delle colonnine direttamente nelle aree di servizio autostradali, evitando così l’uscita dalla rete viaria principale.
Al 31 marzo 2025 sono 1.108 le colonnine installate in autostrada, di cui il 64% supera i 150 kW di potenza. L’86% offre ricarica veloce in corrente continua.
Tuttavia, solo il 45,5% delle aree di servizio è attualmente dotato di queste infrastrutture. Se da un lato cresce l’accessibilità, dall’altro restano tempi e costi di connessione da migliorare: il 15,8% delle colonnine installate non è ancora attivo, a causa di iter autorizzativi lenti e mancanza di coordinamento tra enti locali, operatori e gestori.
Il problema dei costi: ricariche troppo care
Se la rete cresce, i costi di ricarica diventano il vero tallone d’Achille per molti automobilisti.
Le tariffe delle colonnine ultrafast sfiorano quasi 1 euro per kWh, rendendo un pieno elettrico spesso meno conveniente di uno tradizionale, soprattutto nei lunghi viaggi, con la sola eccezione della rete Tesla che costa meno, ma richiede per i proprietari delle altre marche un abbonamento e non tutti i punti di ricarica sono aperti alle altre marche BEV…
Il paradosso è evidente: la tecnologia più evoluta, che permette ricariche in pochi minuti, è anche la meno accessibile economicamente. Vero il maggior investimento delle infrastrutture più tecnologiche solo in parte compensate dai contributi europei.
Secondo il gruppo “Andiamo Elettrico” (www.andiamoelettrico.it) , che raccoglie migliaia di proprietari di auto BEV, solo la ricarica domestica garantisce un vantaggio netto rispetto ai carburanti fossili.
È qui che si gioca una delle partite più urgenti per il futuro della mobilità.
Incentivi mirati: il vero cambio di passo
Più che continuare con bonus sull’acquisto di auto elettriche, è tempo di pensare a un contributo statale diretto per le ricariche.
Una misura di questo tipo avrebbe un impatto concreto sul quotidiano degli automobilisti, rendendo la mobilità elettrica più sostenibile e realmente più economica.
Una proposta che inizia a circolare anche nei tavoli istituzionali e che potrebbe accelerare la diffusione delle BEV nel Paese. L’idea è creare un meccanismo virtuoso che favorisca la concorrenza, riduca i prezzi e valorizzi chi sceglie l’elettrico.
Perché solo quando ricaricare sarà semplice, veloce e soprattutto conveniente, la rivoluzione potrà dirsi davvero compiuta.

Ricariche gratuite anzichè sconti da parte dei Concessionari e Case…
I Concessionari più sensibili già ora offrono ricariche gratuite per i clienti che acquistano vetture elettriche specialmente se usate o a km zero oltre a offrire wallbox di ricarica domestiche ed in alcuni casi anche supporto per l’allacciamento.
La buona volontà di un Dealer non può essere sufficiente e la stessa casa automobilistica potrebbe rivedere i prezzi includendo pacchetti mensili di ricarica all’atto di acquisto, rinnovabili in cambio del rispetto degli stessi controlli. Convincere un cliente ad acquistare una vettura elettrica per poi accorgersi che fare un viaggio da Torino a Bari è praticamente uguale per i tempi ma ben più caro per il prezzo delle ricariche non è una grande promozione e rischia di frenare la diffusione elettrica e gli stessi investimenti degli operatori del settore che devono far fronte pure ad atti vandalici o furti di cavi realizzati con materiali pregiati…
Anche qui l’intervento statale è necessario quanto doveroso, considerando anche quanto lo Stato riceve dal comparto automotive, dall’IVA a scendere…
Anche Top Dealers Italia è impegnato attivamente a sostenere i protagonisti più attenti alla transizione ecologica, premiando i migliori attori del settore col titolo di Green Top Dealers Italia
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