DL Milleproroghe: confermata la stretta sull’auto aziendale

La reazione di ANIASA alla stretta fiscale
“Una scelta immotivata che finisce per danneggiare la mobilità delle nostre imprese, l’industria automotive e l’Erario.”
Queste le parole di ANIASA, l’Associazione che rappresenta il settore dei servizi di mobilità all’interno di Confindustria, in risposta alla decisione della Commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere gli emendamenti che avrebbero mitigato l’impatto della nuova normativa sulle auto aziendali.
La stretta, introdotta con l’ultima Legge di Bilancio, prevede un cambiamento significativo nella tassazione dei fringe benefit legati alle auto aziendali, con conseguenze che, secondo ANIASA, rischiano di penalizzare non solo le aziende ma anche i dipendenti e l’intero settore automotive.

Le conseguenze per le auto immatricolate prima del 2025
Uno dei punti più critici sollevati da ANIASA riguarda il trattamento delle auto immatricolate prima del 1° gennaio 2025.
“È stato immotivatamente respinto l’emendamento che avrebbe garantito una salvaguardia per queste vetture,” ha dichiarato Alberto Viano, Presidente di ANIASA.
Senza una clausola di salvaguardia, le auto consegnate entro il 31 dicembre 2024 non potranno più beneficiare della determinazione forfettaria del valore del fringe benefit basata sulle tabelle Aci.
Questo comporterà un aumento degli imponibili fiscali e, di conseguenza, una maggiore tassazione per i dipendenti che utilizzano auto aziendali.
L’impatto sulle buste paga e sulla classe media
Con l’entrata in vigore della nuova normativa, ANIASA stima un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto in media di 1.600 €, con un incremento del 67%. “I dipendenti della classe media saranno i più penalizzati,” ha sottolineato Viano.
Questi lavoratori, che spesso utilizzano auto aziendali diesel o benzina, vedranno una significativa riduzione del loro potere d’acquisto a causa della maggiore tassazione.
Inoltre, molte aziende stanno già optando per prolungare i contratti esistenti piuttosto che rinnovarli, cercando di evitare gli aumenti previsti dalla nuova norma.

Le ripercussioni sull’industria automotive e sull’Erario
La stretta fiscale avrà anche un impatto negativo sull’industria automotive e sulle entrate dell’Erario.
“Nel 2025, ci aspettiamo una significativa contrazione delle immatricolazioni di autovetture a uso noleggio a lungo termine e di acquisti da parte di società,” ha affermato Viano.
ANIASA stima che le minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali potrebbero ammontare a 125 milioni di euro nel 2025.
Questo scenario rischia di aggravare ulteriormente le difficoltà di un settore già in forte sofferenza, con ripercussioni negative anche sulla transizione ecologica del parco circolante italiano.

La necessità di un intervento legislativo coordinato
“Serve oggi più che mai un coordinato intervento legislativo sulla fiscalità dell’auto aziendale,” ha concluso Viano. ANIASA chiede al Governo di rivedere la normativa, mantenendo invariata la disciplina fiscale per le assegnazioni effettuate prima del 1° gennaio 2025.
Senza un intervento tempestivo, si rischia di tornare a un sistema obsoleto e poco trasparente come quello del rimborso chilometrico.
La speranza è che il legislatore possa intervenire rapidamente per evitare ulteriori danni alle imprese, ai dipendenti e all’industria automotive italiana.
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