“Auto usate: un tesoro da 635 miliardi… ma pieno di trappole”

Un mercato enorme, ma fragile: frodi, chilometraggi truccati e danni nascosti minano la fiducia nel mercato europeo
Il valore del mercato europeo delle auto usate ha raggiunto i 635 miliardi di euro nel 20241, ma dietro questa cifra da capogiro si cela un rischio crescente: le frodi. Secondo un’indagine di una società specializzata in dati automotive2, il 4,9% delle vetture vendute presenta chilometraggio alterato, mentre il 40% ha danni pregressi non dichiarati. Le perdite annuali per l’economia europea oscillano tra i 5,3 e gli 8,77 miliardi di euro, secondo uno studio del Parlamento Europeo del 20183. Ma non si tratta solo di soldi: a rischio è anche la sicurezza stradale. Le auto “truccate” possono nascondere difetti strutturali che compromettono la guida. In un mercato tanto vasto quanto opaco, la fiducia diventa merce rara.

Dati auto: privacy sì, ma con buon senso
Uno degli ostacoli più insidiosi alla trasparenza è la gestione della privacy. Le normative UE proteggono giustamente i dati personali, ma spesso ostacolano la condivisione di informazioni fondamentali per identificare veicoli a rischio. “Serve un equilibrio tra tutela della privacy e accesso responsabile ai dati”, afferma il CEO della società specializzata in dati automotive. Secondo lui, la storia dell’auto dovrebbe seguire il veicolo, anche quando cambia proprietario, per tutelare il consumatore. Oggi, invece, troppi registri sono cartacei, non digitalizzati, o addirittura non accessibili agli operatori esterni. In questo contesto, chi agisce onestamente viene penalizzato, mentre i truffatori operano indisturbati, sfruttando le zone d’ombra burocratiche

Auto esportate, dati spariti: così si alimentano le truffe
Un altro punto critico riguarda le auto esportate tra Stati membri dell’UE. Anche se l’Europa dispone del sistema EUCARIS, i Paesi non sempre condividono dati su chilometraggio, danni e proprietari precedenti. È il caso della Germania, maggiore esportatore europeo con quasi 2 milioni di auto inviate all’estero ogni anno. Qui, ma anche in Belgio e Paesi Bassi, i dati interni sono ben gestiti, ma non vengono trasmessi all’estero per via di limiti legati alla privacy. Il paradosso? I Paesi dell’Est Europa, principali importatori, ricevono veicoli senza storia documentata. Anche l’Italia risulta tra i meno collaborativi sul fronte dei dati. Così, chi acquista un’auto usata da un altro Stato spesso lo fa… alla cieca.

C’è chi ce l’ha fatta: il modello nordico
Fortunatamente, esistono esempi virtuosi. In Svezia e Finlandia, i dati sui veicoli sono facilmente accessibili ai cittadini: dal chilometraggio alle revisioni, tutto è consultabile online. Anche il Regno Unito, fuori dall’UE ma all’avanguardia in trasparenza, consente a chiunque di verificare lo stato di un’auto con un semplice click. Questi modelli dimostrano che è possibile tutelare la privacy senza sacrificare la trasparenza. L’UE, per combattere efficacemente le frodi nel settore dell’usato, dovrebbe ispirarsi a questi esempi, istituendo un sistema unificato che consenta a ogni cittadino europeo di sapere davvero cosa sta comprando. Come conclude il CEO della società di analisi: “La domanda da farsi è: vogliamo proteggere frodi o proteggere le persone?”

Fonti

  1. Global Market Insights – Europe Used Cars Market
  2. [Transparency Index 2024 – dati aggregati da una società specializzata in automotive]
  3. Odometer manipulation in motor vehicles in the EU – European Parliament, 2018